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Marzo,28,2024

'Ndrangheta: diversi gli arresti a seguito dell'operazione "Kalane"

Una faida esplosa per il controllo del territorio a Calanna, nel Reggino. Omicidi e tentati omicidi per esercitare in esclusiva il controllo criminale. L’operazione “Kalane'”, scattata all’alba dopo una serie di indagini della polizia di Stato, ha svelato cosi’ i motivi di contrasto tra due cosche, un tempo facenti parte dello stesso “locale” di ‘ndrangheta. Le indagini condotte dalla squadra mobile si sono basate essenzialmente sui risultati delle intercettazioni telefoniche, ambientali e delle video riprese disposte dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Gli elementi acquisiti nel corso delle attivita’ tecniche, hanno consentito di ricostruire le dinamiche criminali dei piu’ gravi fatti di sangue verificatisi a Reggio Calabria negli ultimi mesi e le causali che li hanno determinati. Ai fermati viene contestato anche il reato di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e ricettazione. L’operazione fa fatto luce sul tentato omicidio avvenuto il 9 febbraio ai danni di Antonino Princi, operaio di 45 anni, inseguito dai sicari fin nel piazzale dell’impianto di rifiuti in localita’ Sambatello di Reggio Calabria, sulla strada Gallico-Gambarie, dove trovo’ rifugio sfondando il cancello d’ingresso a bordo della sua automobile. La notte del 4 aprile, invece, si consumo’ un duplice agguato, in cui perse la vita Domenico Polimeni di 48 anni, raggiunto in casa dai colpi di fucile esplosi dall’esterno dell’abitazione, che ferirono gravemente Giuseppe Greco, gia’ collaboratore di giustizia di 56 anni. Episodi che sarebbero maturati nel contesto di un conflitto scaturito in seno alla famiglia Greco per l’affermazione della leadership e il dominio criminale nel piccolo comune dell’entroterra reggino.

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