Pierpaolo Bruni alla guida della Procura della Repubblica di Paola

Sarà il magistrato crotonese Pierpaolo Bruni a guidare la Procura della Repubblica di Paola. La quinta commissione incarichi del Consiglio superiore della magistratura ha proposto, all’unanimità, il nome di Bruni per il vertice dell’ufficio inquirente paolano. La decisione finale spetta ora al plenum dello stesso Csm ma, alla luce della volontà espressa in commissione, si tratta niente più che di una ratifica della nomina. Prenderà il posto di Bruno Giordano diventato procuratore di Vibo. QUARANTANOVE anni, Pierpaolo Bruni era arrivato alla Procura della Repubblica di Crotone nel 1998; un anno dopo, come applicato alla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese, si stava già occupando di criminalità organizzata ed ha continuato a farlo per un decennio. Tra le inchieste principali quella denominata “Scacco Matto”, con la quale è stata fatta luce su una lunga catena di delitti. Ricostruite alleanze e dinamiche interne ai clan di Cutro e Isola Capo Rizzuto i cui capibastone, oltre a numerosi affiliati, sono stati tutti condannati con sentenze che hanno retto fino al vaglio della Cassazione. A quella inchiesta ne sono seguite altre, tutte firmate dal pm Bruni e tutte con effetti sostanziali per le organizzazioni criminali perché, oltre agli arresti, hanno comportato il sequestro dei beni degli affiliati. ALCUNI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA HANNO PARLATO ANCHE DI UN piano ordito all’interno del carcere tra esponenti di vertice dei clan per uccidere il magistrato.  BRUNI ha condotto ANCHE UN’INDAGINE SULLA corruzione nella pubblica amministrazione, in particolare sugli illeciti commessi nell’attività della Provincia DI CROTONE che ha portato alla condanna in primo grado del presidente e del vice presidente dell’epoca, oltre che di funzionari e imprenditori. Più RECENTE INVECE l’indagine ‘Black mountains’ sul traffico di rifiuti pericolosi provenienti dalla Pertusola. DALL’OTTOBRE 2010 Pierpaolo Bruni è stato trasferito alla Procura della Repubblica di Catanzaro, applicato alla Dda. Da quell’ufficio ha continuato ad occuparsi di criminalità organizzata avendo competenza sui territori di Cosenza e Vibo Valentia dove lo scorso anno ha avviato una delicata indagine sulle commistioni tra ’ndrangheta e massoneria. Un tema quanto mai attuale in Calabria.


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