Radioterapia, mozione in Consiglio di Flora Sculco

Giovedì 29 in consiglio regionale Flora Sculco presenterà un ordine del giorno con il quale l’assemblea regionale chiederà al Commissario Massimo Scura e al Dipartimento Sanità di rafforzare la rete oncologica regionale, adeguandola alle medie nazionali. E’ stata la consigliera crotonese a proporre la mozione nel corso della conferenza dei capigruppo con la quale le forze politiche hanno organizzato i lavori della prossima seduta consiliare. In Italia c’è un centro di radioterapia ogni 350 mila abitanti. Ma mentre in alcune regioni come Lombardia Toscana e Lazio i numeri scendono, in Calabria raddoppiano: i centri sono appena tre, cioè uno ogni 660 mila abitanti. Una situazione che produce chiaramente mobilità passiva e lascia i livelli essenziali di assistenza tra i più bassi del paese. La riflessione era stata già fatta dall’asp di Crotone, dove il commissario Sergio Arena aveva deliberato sui fabbisogni della specialistica ambulatoriale. A Crotone il fabbisogno di tac, radiografie e radioterapia superano le 100 mila unità, ma le strutture territoriali riescono a soddisfarne solo la metà. Circa 60 mila prestazioni vengono fornite dalle altre asp o più spesso fuori regione. Da qui la proposta a Scura di accreditare il centro di radiologia e radioterapia del Marrelli Hospital. radiologyDopo il via libera del dipartimento, la delibera di Arena si è fermata sul tavolo di Scura, che evidentemente ha un conto in sospeso con la clinica crotonese. Dopo le vicissitudini dell’autorizzazione e poi dell’accreditamento dei 60 posti letto, dopo la penuria di risorse messe a disposizione per la chirurgia e l’ortopedia, adesso è il turno della radiologia e radioterapia. “Non ci sono le risorse – fa sapere Scura – e poi – aggiunge – abbiamo fatto investimenti nelle strutture pubbliche, per cui mi aspetto che le prestazioni fornite dai privati non solo non aumentino, ma addirittura ritengo che decresceranno”. Una politica incomprensibile quella del commissario, messa in discussione persino dal suo vice Andrea Urbani. Tocca ora al consiglio regionale scendere in campo. Visto che né i sindaci del territorio, né i dirigenti regionali, e nemmeno i funzionari ministeriali riescono a piegare Scura, restano due strade: quella giudiziaria e quella dell’allontanamento del commissario. In entrambi i casi occorrerà del tempo.


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