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Aprile,25,2024

SVIMEZ, PASSI IN AVANTI PER IL PIL AL SUD

Il 2016 è stato positivo per il Sud, il cui Pil è cresciuto dell’1%; più che nel Centro-Nord. E quest’anno dovrebbe aumentare dell’1,1% al Sud e dell’1,4% nel Centro-Nord. È quanto sostiene lo Svimez che sottolinea come il mezzogiorno «agli attuali ritmi, recupererà i livelli pre-crisi nel 2028, 10 anni dopo il centro-nord». Nell’evidenziare «l’importante recupero del settore manifatturiero meridionale» e l’andamento positivo del turismo, lo studio fa presente che si sono registrati «andamenti differenziati del Pil tra le regioni: al Sud, la migliore performance è della Campania (+2,4%) seguita dalla Basilicata (+2,1%). Frenano Puglia e Sicilia. La Calabria (con lo 0,9%) prova a rialzare la testa. Il sorpasso del Sud sulla crescita del Pil, secondo lo studio, «è la conseguenza di alcune condizioni peculiari: il recupero del settore manifatturiero, cresciuto cumulativamente di oltre il 7% nel biennio 2015-2016, e del +2,2% nel 2016, la ripresa del settore edile (mezzo punto nel 2016), il positivo andamento dei servizi (+0,8% nel 2016)». Sul fronte sociale, secondo l’associazione, «riparte l’occupazione ma non incide sull’emergenza sociale». «Nella media del 2016 gli occupati aumentano rispetto al 2015 al Sud di 101mila unità, ma restano comunque di circa 380 mila al di sotto del livello del 2008. L’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato in termini relativi è più accentuato nel Mezzogiorno, grazie al prolungamento della decontribuzione. In Italia rispetto al 2008 sono ancora un milione 900mila i giovani occupati in meno. Aumentano povertà e diseguaglianze. «Nel 2016 circa 10 meridionali su 100 sono in condizione di povertà assoluta, contro poco più di 6 nel Centro Nord. E nelle regioni meridionali «il rischio di povertà è triplo rispetto al resto del Paese.

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