Catanzaro: i Nomadi ospiti alla X edizione di "Settembre al Parco"

Una distesa di entusiasmo e passione per un gruppo che ha fatto la storia della musica italiana e si rinnova nella tradizione, appassionando in un unico abbraccio generazioni diverse. E i “Nomadi”, la band più longeva del panorama musicale italiano, manda in delirio decine di migliaia di persone arrivate a Catanzaro da tutto il Sud Italia. Difficile registrare le presenze dell’ultima serata della edizione numero X di “Settembre al Parco – NaturArt”, la manifestazione organizzata dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro, guidata dal presidente Enzo Bruno, con il principale obiettivo di valorizzare ulteriormente la straordinaria struttura naturalistica e culturale che pulsa nella città Capoluogo di Regione. Alla fine, per la chiusura della kermesse iniziata mercoledì 14 settembre, si contano circa 30 mila persone: è questa la cifra a cui si ferma il sistema di rilevamento delle presenze varato dalla EsseEmme Musica del promoter Maurizio Senese che l’ultima sera ha distribuito 25 mila tagliandi già molto prima dell’inizio del concerto, mentre i fan e gli estimatori dei Nomadi hanno continuato a riempire ogni angolo del Parco per tutta la sera. Al di là dei numeri, il risultato è soddisfacente: il Parco e i tanti cittadini che lo amano hanno goduto delle sue bellezze naturalistiche e culturali, avendo la possibilità di scoprire angoli nascosti, aspetti legati alla fruizione o all’ambiente poco conosciuti, sono stati protagonisti in una simbiosi identitaria che non può che potenziarne il valore. Da “Gli aironi neri” a “La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)”, da “Un pugno di sabbia” fino a “Ho difeso il mio amore”, “Ma che film la vita”, “Canzone per un’amica”, “Dio è morto”, “Io vagabondo” e molti altri successi, i Nomadi tengono il palco coccolando il pubblico, rendendolo protagonista e ricambiando il grande amore dimostrato anche in questa occasione. Anche ai Nomadi va il “Pitagora d’argento”, realizzato dal maestro orafo Michele Affidato che ha portato personalmente l’opera.


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