AGRICOOP SU PORTO DI GIOIA TAURO

“Triste ed amara è la situazione che ormai da troppo tempo vive l’opera più grande della Calabria, il porto di Gioia Tauro, in cui i lavoratori ancora una volta sono in protesta. Di proprietà pubblica, ma da oltre 25 anni  in concessione a due gruppi privati, l’Msc e l’Mtc, che poco o niente hanno fatto affinché il porto di Gioia Tauro decollasse. È chiaro -scrive Innocenza Giannuzzi presidente di Agricoop- che vi sono interessi privatistici in gioco ed è altrettanto chiaro, però, che questo scontro sta distruggendo il futuro del porto che, in fatto di volumi movimentati, si è fatto superare lo scorso anno da Genova per la prima volta. L’anno scorso, infatti, Gioia Tauro ha registrato perdite per quasi il 19% e registra nei primi tre mesi di quest’anno perdite secche di volumi del 33%.  Continuando di questo passo, se non accade qualcosa che rompa questo conflitto, e lo riconduca ad una mediazione in nome degli interessi pubblici (lo Stato ha investito solo negli ultimi anni qualcosa come 170 milioni di euro per ammodernare le infrastrutture portuali), i rischi di una involuzione negativa e traumatica sono certi. Tremano le vene ai polsi ma occorre dirlo con chiarezza: il porto potrebbe chiudere entro pochi mesi se per caso l’Msc dovesse scegliere di trasferire il suo traffico marittimo in altri scali come è già avvenuto nel porto di Taranto, quando la società Evergreen dalla sera alla mattina deviò le sue navi altrove, lasciando le banchine deserte e gli operai a casa. Possiamo permettere che questo accada anche ai nostri 1500 dipendenti del porto di Gioia Tauro? L’imperativo assoluto è “No”! Non avrebbe senso neanche un’area Zes retro-portuale in un porto senz’anima. Una Zes che attrarrebbe investimenti, che darebbe uno slancio all’agricoltura e all’economia, facilitando e veicolando le nostre eccellenze con uno sviluppo verso l’entroterra.  Ci chiediamo –prosegue Innocenza Giannuzzi-  perché Gioia Tauro non sia rientrata nelle Vie della Seta, situazione naturale visto la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo, e perché ad oggi nessuno sta intrattenendo rapporti con la Piraeus Port Autority in cui è approdata la “Testa del Dragone”? Oggi giungono nel nuovo “hub” del Pireo (Grecia) giga container da 20 mila “Teu”! I container di questi giganti vengono successivamente trasferiti su navi più piccole per indirizzarli verso altri porti del mediterraneo. Questo accade e noi siamo completamente tagliati fuori dalle rotte internazionali più importanti. Ci rimane una piccola e ridotta parte di traffico marittimo. La nostra Gioia Tauro potrebbe accogliere i giga container ed avere un ruolo strategico tra Asia ed Europa. Allo stato attuale non c’è nessun interlocutore che ha rapporti con i manager cinesi. Un porto senza un presidente calabrese dell’autorità portuale che abbia a cuore il futuro di Gioia Tauro e dell’intera Calabria, è un porto destinato a perdere il suo ruolo in una Calabria senza volto. Un porto destinato a morire. Che il ministro del Sud  -conclude Innocenza Giannuzzi  presidente di Agricoop- intervenga su una realtà dalle innumerevoli potenzialità, abbandonata ad un destino amaro”.


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