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Aprile,25,2024

CORONAVIRUS, RICOSTRUITA LA MUTAZIONE CHE LO HA RESO UMANO

E’ nato fra il 20 e il 25 novembre da un coronavirus degli animali e da allora è diventato uno dei tanti virus umani che sfruttano le cellule del sistema respiratorio dell’uomo per moltiplicarsi. A ricostruire le mutazioni del coronavirus SarsCoV2 è la ricerca italiana accessibile online e in via di pubblicazione sul Journal of Clinical Virology, condotta del gruppo di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma diretto da Massimo Ciccozzi; il primo autore è lo studente Domenico Benvenuto, che a giugno dovrebbe discutere la tesi, naturalmente sull’evoluzione genetica del coronavirus SarsCoV2. Utilizzando gli strumenti della bioinformatica, i ricercatori hanno ricostruito l’evoluzione del coronavirus inseguendone le tracce nelle banche in cui dall’inizio di gennaio vengono depositate le sequenze genetiche del coronavirus, chiamate Gisaid e GenBank. Hanno così studiato le sequenze genetiche del virus in circolazione in Cina. Come tutti i virus, anche il coronavirus SarsCoV2 “muta in continuazione e cerca di cambiare aspetto per essere in equilibrio con il sistema immunitario ospite”, ha osservato Ciccozzi. Dopo quella di due proteine strutturali, la terza mutazione del coronavirus è stata quella decisiva: a trasformarsi è stata la proteine di superficie chiamata ‘spike’ (punta, spina), “quella che per prima viene a contatto con le cellule, come una bandierina con la quale il virus si presenta”, ha detto Benvenuto. E’ la stessa proteina della quale recentemente è stata ricostruita la struttura molecolare. E’ nato fra il 20 e il 25 novembre da un coronavirus degli animali e da allora è diventato uno dei tanti virus umani che sfruttano le cellule del sistema respiratorio dell’uomo per moltiplicarsi. A ricostruire le mutazioni del coronavirus SarsCoV2 è la ricerca italiana accessibile online e in via di pubblicazione sul Journal of Clinical Virology, condotta del gruppo di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma diretto da Massimo Ciccozzi; il primo autore è lo studente Domenico Benvenuto, che a giugno dovrebbe discutere la tesi, naturalmente sull’evoluzione genetica del coronavirus SarsCoV2.  Utilizzando gli strumenti della bioinformatica, i ricercatori hanno ricostruito l’evoluzione del coronavirus inseguendone le tracce nelle banche in cui dall’inizio di gennaio vengono depositate le sequenze genetiche del coronavirus, chiamate Gisaid e GenBank. Hanno così studiato le sequenze genetiche del virus in circolazione in Cina. Come tutti i virus, anche il coronavirus SarsCoV2 “muta in continuazione e cerca di cambiare aspetto per essere in equilibrio con il sistema immunitario ospite”, ha osservato Ciccozzi. Dopo quella di due proteine strutturali, la terza mutazione del coronavirus è stata quella decisiva: a trasformarsi è stata la proteine di superficie chiamata ‘spike’ (punta, spina), “quella che per prima viene a contatto con le cellule, come una bandierina con la quale il virus si presenta”, ha detto Benvenuto. E’ la stessa proteina della quale recentemente è stata ricostruita la struttura molecolare.

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