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Aprile,19,2024

CORONAVIRUS, SUCCURRO: DISATTESE LE ESIGENZE DELLA SILA JONICA

“Ci lascia stupiti il decreto varato dal Presidente della Regione che pianifica l’aumento dei posti letto nei reparti di rianimazione dei nosocomi calabresi, ma non considera il problema che vivono le aree interne”. E’ quanto scrive in una nota l’esponente del Partito Democratico Gianluca Succurro dopo il nuovo piano di emergenza coronavirus della Regione. “I comuni di San Giovanni in Fiore ed Acri entrambi afferenti, secondo logiche disseminate, all’ASP di Cosenza, pur essendo gli stessi totalmente avulsi dal contesto, non fruiranno del beneficio di posti letto in terapia intensiva per fronteggiare il probabile aumento del contagio da Covid-19. Mi sento di suffragare e supportare le istanze dei sindaci Belcastro e Capalbo che sin dai primi minuti successivi alla presentazione del piano d’emergenza, hanno palesato le loro perplessità sul programmato disegno finalizzato alla preparazione ospedaliera in caso di picchi elevati di contagio”. Succurro ribadisce la richiesta di “diversi amministratori, gruppi civici, associazioni sindacali e dagli esponenti del comitato Magna Graecia, di tenere in considerazione il problema delle aree interne afferenti al già conclamato problema jonico dei servizi, considerando appunto le problematiche geografiche che i territori della Sila Greca vivono e le difficoltà a raggiungere gli hub di Cosenza e Catanzaro. Si spera che nella pianificazione riguardante i 110 posti letto afferenti l’area Nord si voglia tener presente le istanze dei territori di Acri e San Giovanni e delle loro limitrofe comunità d’ambito, destinando parte di quei posti letto, tra intensiva e sub-intensiva alle esigenze della collettività, evitando in tal senso di generare eventuali ammalati privilegiati e meno fortunati. Il momento che stiamo attraversando è drammatico ed il nostro sistema sanitario è probabilmente il più disastrato del Paese, pertanto cerchiamo di considerare – conclude Succurro – nella ripartizione delle emergenze, le difficoltà delle aree interne e la loro disposizione geografica che le vede come punta estrema dell’entroterra jonico”.

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