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Crotone
Aprile,24,2024

MASSIMO MARRELLI A UN ANNO DALLA SUA MORTE: COSA CI HA LASCIATO

Nell’anniversario della scomparsa, al Duomo di Crotone, Don Ezio Limina ne ha ricordato soprattutto il lato umano. Le sue aziende vanno avanti come un’orchestra rimasta senza un direttore. Il Marrelli Hospital è sempre più punto di riferimento per l’oncologia radioterapica, l’ortopedia e l’alta chirurgia. La breast unit ha raggiunto numeri importanti nello screening mammario. L’unità di radiologia offre una sponda eccellente al territorio pitagorico. Calabrodental, a quarant’anni dalla sua fondazione, ha rimarcato una crescita economica record, mentre Tecnologica, azienda nel campo della realizzazione delle protesi dentarie recentemente ha sottoscritto importanti collaborazioni con gruppi europei di riferimento nel campo odontoiatrico e dell’implantologia. Ma a Don Ezio, e alla famiglia di Massimo, ai suoi collaboratori, ai crotonesi che hanno riempito le tre navate del Duomo, interessava ricordare l’uomo. Massimo Marrelli non si è mai sentito un imprenditore e basta. Né un dentista e basta. Aveva un sogno: dimostrare che si può essere primi anche se si vive al Sud. E questo ha dimostrato ai calabresi in 40 anni di attività. A 18 era già odontotecnico, poi medico chirurgo e odontoiatra, poi professore a contratto all’Università di Bari e a Catanzaro. Per quanti bastoni tra le ruote, muri alzati davanti al suo naso, no ricevuti in faccia senza remore, chiunque tra noi si sarebbe arreso, facendosene una ragione. Lui NO! Ed è questa la lezione più importante che ci lascia. D’altronde, per dirla con Mandela, il vincitore non è altro che un sognatore che non si è mai arreso. Nel pomeriggio di sabato, alla vigilia dell’anniversario della sua morte, un busto di marmorina è stato svelato nel salone d’ingresso della Presidenza del Gruppo, a Passovecchio. Per ricordare “non quello che abbiamo perso, ma quello che avremo sempre accanto a noi” ha detto Antonella Stasi, che guida il Gruppo aziendale fondato dal marito. “Ricordarlo vuol dire fare in modo che resti con noi per sempre”. Al termine della cerimonia domenicale, l’ultimo saluto al capitano. Palloncini bianchi e rossi. Perché Massimo Marrelli, in 59 anni di vita terrena, è stato caparbio, intelligente, umile, trasparente, volitivo, lavoratore instancabile. Ma anche emotivo. Un uomo che sapeva ancora piangere di gioia. ]]>

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