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Aprile,25,2024

'NDRANGHETA, COLPO ALL'IMPERO DEI PIROMALLI

Sono gli imprenditori Bagalà i destinatari del provvedimento di confisca dei beni emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Ornella Pastore, su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gaetano Paci e del pm Gianluca Gelso. Si tratta di Luigi, Francesco (classe 1977), Giuseppe e Francesco Bagalà (classe 1990). Tutti e quattro, secondo quanto riferisce la Guardia di finanza del comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico, sono “indiziati di intraneità alla cosca Piromalli di Gioia Tauro”. Il nome dei Bagalà emerge dalle indagini svolte nell’ambito delle operazioni “Ceralacca”, “Cumbertazione”, “Martingala” e “Waterfront”. Secondo gli investigatori, nei loro confronti è stata accertata la sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del nucleo familiare. I beni confiscati sono: 4 società di capitali e relativo patrimonio aziendale, un’impresa individuale con patrimonio aziendale, quote societarie relative a 6 società di capitali, 67 fabbricati, 91 terreni, 7 autoveicoli, 20 rapporti bancari/assicurativi, 4 orologi di pregio e denaro contante. Nel 2018 su proposta della Direzione distrettuale antimafia, il Tribunale aveva disposto il sequestro oggi confermato con la confisca del patrimonio dei Bagalà per i quali è stata applicata anche la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 3 anni.
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