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Aprile,25,2024

SAN GIOVANNI IN FIORE, IL PM GUARASCIO HA CONCLUSO "SCUOLA DI ANTIMAFIA"

«La magistratura calabrese sta svolgendo un’opera preziosa, sia di repressione del crimine organizzato che di testimonianza costante a favore della cultura della legalità, soprattutto presso le nuove generazioni». Lo afferma, in una nota, il sindaco di San Giovanni in Fiore, Giuseppe Belcastro, a conclusione dell’iniziativa “Scuola di antimafia”, che il Comune silano ha promosso nelle scuole superiori locali con interventi di testimoni di giustizia, sacerdoti, giornalisti e magistrati antimafia. «Insieme ai docenti e alle istituzioni democratiche, la politica – continua Belcastro – deve puntare in primo luogo sulla formazione di coscienze libere, capaci di giudizio autonomo e critico. Dobbiamo convincere i nostri giovani che l’unico modo per battere l’antistato è costruire una coscienza civile solida, alimentare lo spirito di servizio pubblico e cooperare nella denuncia sociale di pratiche e logiche di tipo mafioso. Per questo ringrazio gli studenti di San Giovanni in Fiore e tutto il personale delle scuole locali, i quali con entusiasmo e passione hanno aderito al nostro progetto culturale, che ripartirà con il nuovo anno scolastico, cui ha collaborato gratuitamente il giornalista Emiliano Morrone». «Oggi abbiamo concluso “Scuola di antimafia” – prosegue Belcastro – con una lezione superlativa del sostituto procuratore Domenico Guarascio, della Dda di Catanzaro, che ha stimolato i ragazzi del Liceo classico parlando di liberazione, dell’importanza dello studio e del sapere, della difesa civile del territorio, della necessità di conoscere i compiti delle istituzioni e l’organizzazione dei pubblici poteri. Il magistrato, cui gli studenti del Liceo classico hanno rivolto domande profonde e intelligenti, ha parlato della possibilità di sviluppare un’economia sana con l’abbandono radicale delle pratiche di complicità e connivenza». «Credo – conclude Belcastro – che nel futuro prossimo porterà grandi frutti il lavoro coraggioso e paziente dei nostri magistrati, insegnanti e mediatori culturali».

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