SARÀ L'ESAME DEL DNA A DIRE SE I CORPI RITROVATI APPARTENGONO A ROSARIO E SALVATORE MANFREDA

Solo dopo i risultati dell’autopsia e dell’eventuale riscontro del dna, l’incarico professionale ad un medico legale verrà conferito nelle prossime settimane, si avrà la certezza sull’identità dei due cadaveri, rinvenuti in avanzato stato di decomposizione, in località “Vardaro” di Mesoraca, nel crotonese il 4 settembre. In queste ultime ore prende sempre più piede l’ipotesi che i corpi sarebbero quelli di Rosario e Salvatore Manfreda, di 68 e 35 anni, padre e figlio, i due allevatori di cui non si avevano più notizie da mesi, ovvero dal giorno di Pasqua. Ad informare i carabinieri che in quel dirupo potevano esserci i corpi sarebbero stati proprio alcuni familiari dei Manfreda. Cadaveri, lo ricordiamo, recuperati dopo diverse ore, grazie al lavoro dei vigili del fuoco. Sul posto il magistrato di turno Ines Bellesi inviata dal capo della Procura di Crotone Giuseppe Capoccia che, non è escluso, possa ora girare il fascicolo al titolare dell’indagine, Alessandro Rho. I militari dell’arma, sia del Comando provinciale di Crotone che della Compagnia di Petilia Policastro, stanno vagliano una serie di elementi. Sull’occultamento dei cadaveri si valuta l’ipotesi che i due corpi potrebbero essere stati lanciati nel burrone in cui sono stati trovati dopo essere stati nascosti in un sacco. Nel lancio, uno dei due cadaveri potrebbe essere fuoriuscito. Elementi utili sul ritrovamento dei due corpi potranno emergere dall’autopsia disposta dal pm di turno della Procura di Crotone e dall’esame del Dna. Per il duplice omicidio sono stati arrestati Pietro Lavigna (50 anni) e Salvatore Emanuel Buonvicino (20 anni). È ancora irreperibile, per i Carabinieri sarebbe all’estero, Pasquale Buonvicino di 52 anni.
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