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Aprile,26,2024

La verità sulla morte di Denis Bergamini

Prima stordito con cloroformio, poi soffocato con un sacchetto
A cinque mesi dall’incidente probatorio che ha rivelato come morì il calciatore del Cosenza Denis Bergamini quel 18 novembre 1989, La Gazzetta dello Sport svela in esclusiva la trascrizione delle conclusioni dei periti che hanno esaminato la salma del giocatore, riesumata a luglio 2017. Un corpo che a 28 anni dalla sepoltura si era presentato incredibilmente intatto e sul quale sono stati condotti i test che hanno permesso di arrivare alla verità scientifica. Non fu suicidio, ma omicidio: Bergamini fu prima stordito con cloroformio, poi soffocato con un sacchetto di plastica e infine posto sotto la ruota di un camion che lo ha schiacciato, quando era già morto o “in limine vitae”. Gli indagati per omicidio premeditato, l’ex fidanzata del calciatore Isabella Internò e l’autista del camion Raffaele Pisano, sostenendo la tesi del suicidio, avevano sempre parlato del “tuffo” del 27enne sotto le ruote del mezzo. bergamini 2In realtà Bergamini, come riporta La Gazzetta, “è stato aperto da sinistra a destra e il corpo è esploso come un frutto schiacciato da una mano. Solo che era già morto quando ciò è avvenuto. La ruota del camion ha sormontato a bassa velocità un corpo disteso e inerme, lasciando “arti superiori, inferiori e viso perfettamente integri e puliti”. Le prove scientifiche svelate nell’incidente probatorio archiviano definitivamente la tesi del suicidio. Sulla salma mummificata che aveva ancora occhi, muscoli e cute, a 28 anni dal decesso, è stata utilizzata la glicoforina, “una proteina usata a livello internazionale da tutti gli anatomopatologi impegnati a dimostrare una vitalità presente nelle lesioni”. Il colpo di scena spazzerebbe via 29 anni di menzogne. L’incidente probatorio descrive un omicidio. Il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, che nel 2017 ha riaperto il caso, è al lavoro per arrivare a processo con i nomi dei presunti assassini e dei complici. eugenio facciollaNon si escludono nuovi indagati e intanto si avviano le analisi sui dati dei telefonini sequestrati a marzo a Isabella Internò e al marito poliziotto, Luciano Conte, entrato di recente nell’inchiesta come terzo indagato.

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